Ritorno a casa
Qualche giorno fa, davanti al piazzale antistante l'ingresso della stazione dei treni di Foggia, è stata posizionata questa statua, intitolata Ritorno a Casa, e dedicata all'emigrante che fa, finalmente, ritorno nella sua città natale. La classica valigia del viandante, ricorda molto quelle di cartone utilizzate nell'Ottocento da tutti gli italiani che si mettevano in viaggio per le Americhe, o andavano semplicemente in cerca di fortuna, alimentando quell'emigrazione interna alla penisola stessa, che si muoveva in direzione sud-nord, verso il tringolo industriale Torino-Milano-Genova.
L'opera, interamente in resina, è stata realizzata da Dino Scarinzi, di Faeto, ed è stata generosamente offerta ai foggiani dal Rotary Club, commissionata per celebrare il sessantesimo anno della fondazione. La sua inaugurazione, sul piazzale della stazione di Foggia, è avvenuta il 18 Ottobre.
Ieri sera, passeggiando per le vie del centro cittadino, mi sono recata presso la statua, per vederla, come fanno in questi giorni molti foggiani. E, come si può apprezzare anche nella seconda foto da me postata, mi sono resa conto che, dopo soli due giorni dalla sua posa, l'opera presenta già una piccola, ma visibile, scalfitura sul braccio sinistro del viandante. Due considerazioni sono d'obbligo, a questo punto. La prima mi conferma il cattivo costume dei cittadini, e non, di Foggia. C'è una mancanza assoluta di rispetto e di senso civico alla base di questi atti di vandalismo, che deturpano il patrimonio urbano in ogni modo. La seconda è che, se è vero che la statua è un dono, che come tale va accettato, è anche vero che quando ci mettiamo ad imitare altri popoli europei spesso risultiamo un po' goffi. Perché in paesi del centro e del nord europa, parlo della Danimarca e della Repubblica Ceca, per fare solo due esempi, queste statue di strada sono realizzate in bronzo, in un materiale, perciò, molto meno sensibile alle aggressioni atmosferiche e vandaliche dei bulli di passaggio. Voglio essere ottimista, e credere che, in questo caso, il senso civico, ed il rispetto per le cose che hanno un loro significato, superi la piccola e asfittica visione del personale orticello attorno al proprio naso. Ma resisterà la resina alle intemperie del freddo imminente? Non voglio essere la solita disfattista. La statua mi piace molto per il suo valore intrinseco. Ma avrebbero potuto realizzarla in materiali più solidi, anche se più costosi, e magari illuminarla di sera con un faretto. Mentre è, attualmente, avvolta nelle tenebre di una città che non sa vedere quanta bellezza possa nascondersi nelle più piccole cose che possiede.
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