La ciclabile della discordia
Questa è una foto della pista ciclabile foggiana. La sola che esiste da qualche anno, ad imitazione di alcune città del settentrione italiano, come Bologna, ma anche Trento e Padova, o del centro e del nord Europa. La nostra ciclabile si estende da Viale Pinto, in zona Ospedali Riuniti, fino all'Orto degli Ulivi, ma esiste un progetto che da lì dovrebbe prolungarla anche fuori città, verso Borgo Incoronata. La ciclabile evita accuratamente il centro cittadino e quello storico. Perciò, i ciclisti foggiani, che dovessero di necessità attraversare zone più trafficate, pedalano in mezzo al traffico, facendo la serpentina, come gli scooter, tra auto e mezzi pesanti, mettendo seriamente in pericolo la propria incolumità e quella degli altri pedoni e automobilisti in circolazione. Ho scattato questa foto proprio stamattina, ad ora di pranzo, quando rincasavo da scuola. Perché ho la fortuna di insegnare in un liceo scientifico raggiungibile sulla traiettoria della ciclabile, e se il tempo è soleggiato prendo la bicicletta per sostenere l'uso di mezzi di trasporto più sani ed ecologici, oltre che meno dispendiosi, di quelli motorizzati. La ciclabile foggiana sarebbe carina se fosse più curata e se ci fosse, da parte di tutti i foggiani, maggiore considerazione per quella che potrebbe essere definita la strada della civiltà. Si snoda in un vialetto ombroso, chiuso da due file di alberi, a destra e a sinistra, che rendono piacevole la passeggiata, soprattutto negli afosi mesi estivi. Purtroppo si tratta di muoversi comunque in mezzo a due strade trafficatissime, in cui si procede in senso opposto. Sarebbe più salutare respirare l'aria della campagna. Ma la città è anche questo. E se si andasse un po' di più in bicicletta tutti quanti si potrebbe apprezzare un'aria certamente meno inquinata e meno ricca di smog. Della ciclabile ho scritto già più volte. Perché i problemi di manutenzione sono molti. E vanno dalla crescita delle radici degli alberi, che in alcuni tratti si sollevano fino a rendere quasi impossibile un percorso in rettilineo e senza soste o brusche frenate, allo scarso rispetto per la ciclabile stessa da parte di quei cittadini che la utilizzano per passeggiare, camminando al centro e lentamente; o per portare a spasso mute di cani, bloccando il passaggio delle biciclette. Fino ad arrivare a quei maleducati automobilisti, che parcheggiano le loro auto davanti agli scivoli di passaggio, o addirittura, impuniti, sulla ciclabile stessa (ma i vigili urbani dove sono finiti?!), che si improvvisa luogo di sosta, mutando, d'un tratto la sua finalità e la sua natura originaria. Ma, soprattutto, devo lamentare, frequentando la ciclabile spesso, l'assoluta inesistenza del ciclista per l'automobilista di passaggio, che pretende di avere sempre e comunque la precedenza assoluta, ad ogni attraversamento di strada. Il ciclista è invisibile, semplicemente non esiste. Potrebbe aspettare per ore, costretto a fermarsi per non essere investito dalla furia degli automobilisti impazziti, soprattutto ad ora di punta, quando la fretta di rincasare mette le ali ai piedi dei nostri incivili concittadini. Benedico i semafori che, almeno al rosso, costringono i piloti foggiani a fermare la loro corsa, consentendo al mite ciclista, e al pedone (e spesso si tratta di persone anziane), di passare finalmente. Anche sulla strada cittadina, purtroppo, vige ancora, nonostante la legge, la consuetudine del più forte. Passa prima chi è più maleducato ed invadente, mentre a nessuno importa del più debole, inevitabilmente abbandonato al suo destino. La strada si fa, così, metafora della vita reale, e della giungla di asfalto. Ma l'educazione, civica e stradale, esiste ancora, o rimane a Foggia una vuota teoria ormai senz'anima?
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