Misteri italiani
Risale a due giorni fa la notizia del ritrovamento del corpo di Elena Ceste a soli due chilometri da casa. Dopo quasi un anno di ricerche, la zona era stata esplorata più volte, riferiscono gli inquirenti. Eppure, mai nessuna traccia, fino a l'altro ieri, quando è giunta l'amara notizia, che ha sconvolto la famiglia e gettato nel panico il marito della donna, adesso indagato per omicidio. Si dice che è un "atto dovuto", ma molti pensano ci siano motivi plausibili per indagare le ultime ore di Elena, e del solo uomo che avrebbe incontrato la mattina di quel maledetto gennaio, in cui sparì nel nulla. Così, pur avendo detto tante cose sulla insoddisfazione della madre di quattro figli, che negli ultimi tempi appariva stanca di quella vita monotona, fatta solo di sacrifici e sveglia all'alba, per accudire la famiglia, ritrovato il corpo si spazzano via in un attimo tutte le ipotesi legate ad un possibile allontanamento volontario della donna. E, prepotentemente, torna in campo l'unica che, oramai, appare plausibile. Quella di omicidio. Il marito di Elena piange e si dispera, e continua a dire che adesso dovrà occuparsi dei suoi figli.
Le domande sono tante:
1) Come mai il corpo viene ritrovato solo adesso, mentre era a soli due chilometri dalla casa di Elena?
2) Perché, adesso che il corpo è stato ritrovato, non vengono più prese in considerazione le ipotesi legate alla possibilità di un allontanamento volontario della donna, dal momento che queste ipotesi erano già state prese in considerazione dagli inquirenti?
3) Perché, all'improvviso, la condizione psichica della donna non è più elemento centrale delle indagini investigative?
4) Si può davvero escludere che una donna labile psicologicamente possa aver deciso, in un momento di follìa o di estremo sconforto di abbandonare tutto e di fuggire da quella condizione che ormai le stava stretta, lasciando a terra abiti, pantofole ed occhiali per iniziare una nuova vita nella quale essere una persona completamente diversa?
5) Quali elementi conosce il prete con il quale Elena si confidava per escludere del tutto questa ipotesi?
6) Che donna era davvero Elena Ceste?
7) Che uomo è il marito, descritto come un devoto uomo di chiesa, e cattolicissimo come sua moglie?
Evidentemente non basta avere solidi valori umani di riferimento e una fede salda per non incorrere in tentazione, pur avendo quattro figli e una grande famiglia a cui accudire, se a Elena è bastato qualche contatto ritrovato su facebook per mettere in crisi le sue certezze e la sua felicità, di moglie e madre realizzata.
Ciò che impressiona di più, di queste storie, che sempre più numerose occupano le pagine dei giornali e i palinsesti dei tg e delle televisioni, è la doppia vita, e la complessa personalità dei protagonisti coinvolti in questi torbidi fatti, dagli oscuri risvolti umani. Quasi sempre si tratta di persone che godono di una considerazione comune, nell'immaginario collettivo della comunità in cui vivono, o vivevano, che non corrisponde perfettamente al profilo reale di quell'uomo o di quella donna. Spesso si dà agli altri una differente impressione di sé, mostrando quello che si desidera rendere pubblico, e celando gli aspetti più difficili e complessi del temperamento e del carattere. Aspetti che emergono prepotentemente da queste vicende di cronaca nera, nelle quali pare di conoscere persone diverse da quelle comunemente descritte dai vicini e dai conoscenti prossimi.
Ma un'altra considerazione voglio fare infine per concludere. Possibile che i Ris e quanti si occupano a livello investigativo di queste indagini problematiche non abbiano mai la certezza di aver finalmente scoperto la verità dei fatti? Possibile che rimangano irrisolti ormai quasi tutti i fatti di cronaca nera che si verificano sistematicamente con una cadenza settimanale? Come si può dire, dopo mesi o anni, che l'indagine è stata condotta male, che le prove sono state inquinate, che la scena del delitto non è stata preservata integra, che mancano delle foto, che alcuni particolari importanti sono stati trascurati? Eppure stiamo parlando di esperti, specialisti del crimine. Gente che ha studiato nelle università, e che dovrebbe conoscere le tecniche e i trucchi del mestiere. Oggi, la cronana nera è diventata, lo dico con rammarico, un'occasione per fare processi di piazza e per scaricare la tensione sul capro espiatorio di turno. Mentre le famiglie ferite vorrebbero essere sostenute dalla certezza della legge. Non bastano le ipotesi, i sospetti e i dubbi. Non è sufficiente parlarne tutti insieme. Anche se questo porta ad una più consapevole conoscenza dei fatti. Una madre che non ha più la figlia vuole sapere chi e perché l'ha uccisa, e come si sono svolti i fatti. Invece si continua a fare un gran parlare, mentre la scienza investigativa continua a tacere, e senza prove tutte le ipotesi, e i sospetti, rimangono tali. E i colpevoli, quando ci sono, restano impuniti, alimentando quel clima di orrore del mostro e di sfiducia nelle istituzioni e nella giustizia, che sono i mali, e non più i rimedi, del nostro tempo.
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