Il nuovo Medioevo della caccia alle streghe


Leggo testualmente, da un articolo del Corriere della Sera online: "gli appelli per fermare l’esecuzione non sono bastati. Reyhaneh Jabbari è stata impiccata. La giovane iraniana, condannata a morte nel 2009 per l’uccisione di un uomo che voleva stuprarla, è stata giustiziata a mezzanotte nel carcere di Teheran dove era rinchiusa, nonostante la campagna internazionale lanciata per salvarla. La notizia è stata confermata dalla madre della ragazza secondo quanto riferisce la Bbc. All’esecuzione erano presenti i genitori di Reyhaneh e il figlio della vittima che, secondo quanto riferito da fonti della famiglia della giovane, avrebbe tolto lo sgabello da sotto i piedi della ragazza". E ancora: "Reyhaneh era stata arrestata nel 2007, quando aveva 19 anni, per l’omicidio di Morteza Abdolali Sarbandi, ex dipendente del ministero dell’Intelligence di Teheran. La ragazza era stata condannata a morte dopo un processo viziato da irregolarità secondo quanto denunciato da Amnesty International. La ragazza ammise di aver accoltellato alle spalle l’uomo, ma per difendersi da un’aggressione sessuale. Il tribunale non tenne però conto delle sue parole e per Reyhaneh arrivò la condanna a morte. Il perdono della famiglia della vittima avrebbe salvato la ragazza, ma per farlo il figlio dell'uomo ucciso aveva chiesto che Reyhaneh negasse di aver subito un tentativo di stupro. Lei si è sempre rifiutata di farlo".

Ieri si è consumato un altro femminicidio, questa volta legalizzato dallo stato iraniano, nella città di Teheran. La vittima è stata ritenuta colpevole di aver ucciso colui che aveva tentato di violentarla, e che probabilmente avrebbe finito per ucciderla, se lei non avesse reagito. Quanto è accaduto ieri non può lasciare indifferente nessuno. Assistiamo, negli ultimi tempi, ad una vera e propria mattanza contro le donne, che devono essere aiutate e sostenute dalle istituzioni. E devono avere il diritto sacrosanto alla legittima difesa per proteggere le loro vite. La donna non è un oggetto che l'uomo può possedere a suo piacimento. La donna è un essere umano e ha diritto a fare le sue scelte consapevoli, a tornare sui suoi passi. E ha diritto, soprattutto, a rifiutarsi ad un uomo che vuole solo usarla. Amare una donna non è portarla a letto, ma condividere con lei il suo mondo interiore, le aspirazioni, i desideri legittimi di ogni persona umana. Finché la donna avrà paura di difendersi lascerà al maschio campo libero per agire contro di lei. Questo la legge dovrebbe comprenderlo, per aiutare il sesso debole ad affermare i propri diritti contro chi vuole mettere a tacere le donne, e tutto il loro universo. 

Da lunedì 20 Ottobre è ricominciato in tv un programma che seguo con grande interesse. Si tratta di Amore Criminale, condotto da Barbara De Rossi. Un programma nel quale si affrontano le storie di donne che sono state uccise, e di donne che sono riuscite a salvarsi dall'uomo che le avrebbe uccise. C'è sempre una corresponsabilità quando accadono questi fatti. Spesso la donna si mostra incapace di liberarsi dal giogo psicologico, da quel doppio legame, che la tiene unita al suo aguzzino. Quasi sempre per la paura di restare sola, o di essere giudicata, dalla famiglia e dalla società. Perché anche una donna che subisce violenza nelle mura domestiche, spesso viene ritenuta responsabile di quella violenza, e guardata a vista come una poco di buono. 

Quando usciremo da questa spirale di violenza psicologica e mentale, probabilmente riusciremo a liberare la donna dal giogo del maschio. Ma deve cambiare l'atteggiamento e la disponibilità di tutti per permettere che questo avvenga. Per ora siamo ancora al Medioevo, con la sua caccia alle streghe.   

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