Razzismo veneto


Ho accompagnato i miei alunni in viaggio di istruzione a Venezia e Verona, con una puntatina anche a Padova e a Mestre, dove ci siamo fermati a pernottare per tre notti. Al ritorno siamo passati da San Marino…

Devo confermare che le città visitate sono tra le più belle d’Italia. Non posso dire la stessa cosa dei veneti, purtroppo. Spesso scortesi con noi, ci hanno apostrofato in vario modo.

L’espressione che mi è rimasta impressa più di tutte è stata “ ’sta mandria ”, rivolta a noi da una studentessa universitaria a Padova. La ragazza, che stava probabilmente tornando a casa in bici, dopo la lezione, vedendo la strada invasa dal nostro numeroso gruppo di gitanti, ci ha apostrofati così, anche con un certo tono di disprezzo.

I miei alunni hanno imparato a misurarsi personalmente con chi è razzista, e non considera italiano chi vive a qualche centinaio di chilometri più a sud. Li ho visti pensierosi quando ho detto loro che noi ci sentivamo trattati allo stesso modo in cui noi stessi trattiamo chi è straniero nella nostra terra di Puglia.

Una bella lezione di integrazione sociale, un’occasione per ripensare, da un altro punto di vista, a temi forti e attuali, sui quali si discute ogni giorno in politica e nella società civile….ci dovrebbe far riflettere sulle ipotesi separatiste che vengono dai leghisti, e ultimamente, pare, anche dai grillini. C’è qualcuno che dovrebbe approfondire la storia dell’unità nazionale italiana. Studiare meglio personaggi come Cavour, Garibaldi e, soprattutto, Mazzini. Poi, provare a ridiscutere il senso di italianità.

Perché la cultura rende liberi, e unisce chi la pratica e la vive costantemente nel suo quotidiano.

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