Agli Amici della Domenica



Girando in rete, stamattina ho ritrovato questa vecchia lettera scritta al GADD, Gli Amici della Domenica di Foggia, di cui faccio parte. La riporto di seguito per i miei lettori, invitando, nel contempo i gaddini a ripensare alla possibilità di riprendere la mission del gruppo in modo attivo. Sono certa che il GADD ha già dato molto a questa città, ed è ormai una sua realtà. Ma le sue potenzialità inespresse sono ancora tante. Si tratta di una sfida che va rilanciata.

Cari Amici,
vi ringrazio per l’opportunità che mi state offrendo di parlarvi a cuore aperto. Partecipo a questa iniziativa con piacere, dal momento che sono ormai quasi due mesi che diserto le vostre domeniche all’aria aperta. A mia parziale discolpa annovero il fatto di essere stata in vacanza fino a fine agosto. A settembre ho continuato a fare la turista, quasi fino a fine mese, per il gran caldo che mi induceva a gite fuori porta, al mare. Amo viaggiare, conoscere i posti e la gente. Per me l’estate, complici le ferie che la scuola concede a noi insegnanti, è un’ottima occasione per fare ciò che più mi piace. Se fossi ricca spenderei tutti i miei quattrini girando il mondo. Nelle ultime due domeniche impegni familiari mi hanno trattenuta con i miei figli. Mi piace cucinare, sono una chioccia. E amo veder riunita la famiglia nei giorni delle feste comandate. In memoria dei grandi insegnamenti di vita che ci ha lasciato mia nonna materna, morta solo l’anno scorso. Lei è la storia della nostra famiglia e di quella mia personale e familiare. Insieme agli altri nonni, che mai dimenticherò, ovviamente. Per far onore al passato, e anche per sentirmi di nuovo a voi vicina per un nostro evento, ricordo come ci siamo costituiti, da pochi così numerosi. E come sono entrata a far parte del vostro gruppo, il Gadd.

Erano i primi giorni di un gennaio 2010, freddo per il clima atmosferico, ma caldo per l’esplodere di tensioni sociali che non si sono nel tempo affatto sopite. Da qualche giorno l’ennesimo scempio commesso da alcuni giovani della zona del Carmine Vecchio, in Piazza Tavuto. Durante la notte di fine anno avevano fatto saltare l’atavica struttura in pietra al centro della piazza, creando lo sconcerto degli abitanti del rione, che lamentavano continui atti di bullismo da parte di bande di minorenni dei quartieri settecenteschi. Era un gesto simbolico di un malcontento che la popolazione media foggiana non regge più. Sintomo di abbandono e di degrado di periferie lasciate morire, dove non esiste più la presenza delle istituzioni, anche perché queste ultime sono guardate da tutti con sospetto, e allontanate.
Come molti giornalisti scrissi il mio articolo, inviandolo alle varie redazioni, e contattando per l’occasione l’amico Nico Baratta. La sua risposta non si fece attendere. Pubblicò le mie considerazioni sui fatti e mi propose di linkare l’articolo anche sulla bacheca del Gadd, da pochi giorni costituitosi, grazie alla volontà di Cesare Rizzi, nostro concittadino. Accettai di buon grado la sua proposta circa il link del mio articolo pubblicato online, ma chiesi anche l’iscrizione al gruppo degli Amici. Da quel giorno, col passare delle settimane, il vincolo col gruppo si andò consolidando sempre più. Con Giucar Marcone, Direttore delle testate giornalistiche per le quali scrivevo e scrivo, ci recammo una domenica presso Piazza Purgatorio, altro luogo di continue vessazioni inflitte da bulli di quartiere alla gente che vi abita. Era prevista una visita alla Chiesa dei Morti, e un giro al Museo Civico. Si contestava l’abbandono dei luoghi storici di Foggia, con l’intento di contrapporre alla colpevole dimenticanza la memoria ed il recupero delle più importanti tradizioni della città, a cominciare dall’antico nucleo federiciano di Via Arpi, distrutto dal terremoto del 1731 e dai bombardamenti del 1943. Oggi, difatti, resta assai poco di quella che un tempo fu probabilmente l’antica residenza foggiana del grande Imperatore svevo Federico II. Il nucleo del centro storico è costituito da Porta Arpana e da Via Arpi, da Piazza Federico II e dal pozzo, da Piazza Cattedrale, dal Museo Civico, dal Palazzo dell’attuale Conservatorio musicale, da Piazza Purgatorio e dalla Chiesa dei Morti, e dagli Ipogei urbani. Così, se non proprio tutte le Domeniche, tra una pubblicazione di un articolo, cui cominciarono a seguire i comunicati degli Amici, e una passeggiata, ho partecipato con voi alla Marcia per la Pace, alla visita ai Quartieri Settecenteschi, alla giornata dedicata a Borgo Croci, alle voci dal Purgatorio, alla Domenica degli artisti in Piazza Giordano, fino alla manifestazione del 22 Luglio scorso per la posa delle Stele dedicate al Dottor Diego De Mita e a Padre Odorico Tempesta, due foggiani che hanno onorato la città durante i bombardamenti, prestando soccorso ai feriti e agli sfollati. Le stele funebri sono state posizionate nella Villa Comunale di Foggia, e finanziate dai gaddini di buona volontà. Ma sono stata vicina alla vostra battaglia civica anche solo virtualmente, pubblicando su GazzettaWeb tutti i vostri comunicati, tanto che oggi il nostro giornale online ha anche una sezione dedicata esplicitamente al Gadd. Ricordo con molto piacere anche la festa di compleanno di Cesare, che ci ha portati da Piazza Civitella fino alla grotta di Via Arpi, per trascorrere una delle serate più belle in compagnia degli amici. Ho conosciuto gente nuova di Foggia, ma ho anche avuto il piacere di ritrovarmi con alcuni vecchi compagni di liceo, come Filippo Fedele. Insomma, questi mesi con voi mi hanno fatto capire che a Foggia non solo esiste una memoria storica assai poco nota agli adulti e ai giovani che abitano la città, ma che questo posto, così difficile da vivere, ormai, è costituito anche da tanta bella gente. Da grandi donne, che sono professioniste e madri al tempo stesso. Ottime cuoche che ci hanno deliziato con eccezionali manicaretti domenicali, cui devo qualche chilo di troppo che sto cercando rigorosamente di smaltire tra dieta e palestra, per aver personalmente contribuito alla riuscita degli eventi non solo cucinando la mia pizza, il mio tiramisù o la mia torta allo yogurt, ma anche per aver assaggiato quasi tutte le ricette realizzate dalle nostre brave concittadine. Ricordo la signora sull’uscio di casa che preparava le orecchiette nei quartieri settecenteschi. E la fontanella di Piazza dell’Olmo che rammenta un piccolo paesino di provincia montana, dove appena entri in compagnia di un gruppo di persone gli abitanti già cominciano a guardarti con sospetto. Per quasi un anno, in vostra compagnia, ho fatto un bagno nella foggianità. Mi mancano gli Ipogei, la Chiesa delle Croci, e il Cimitero, che voi avete visitato quando mi è stato impossibile partecipare ai vostri eventi. Qualche volta gli animi si sono accesi sulla bacheca, dove però si è anche scherzato per serate intere tra noi, trascorrendo il freddo inverno foggiano, tutti riuniti davanti al pc. E le foto di Michele Sepalone, con le sue indimenticabili pizze fritte; i video di Potito Chiummarulo. L’affabilità della moglie e della mamma di Cesare Rizzi. La disponibilità di Carmela Di Nonno; la simpatia di Mariolina Santovito; la vena giornalistica di Salvatore Onorati con le sue lettere aperte; la cultura storica di Alberto Mangano e di Tommaso Palermo, che con Savino Russo ha anche realizzato gli stemmi familiari del Gadd. E poi Chiara Carpano, sempre molto presente in bacheca. I buona notte di Cobra Tony. Gianni Pellegrini, Chiarastella Fatigato e la loro band. La coppia del Gadd Giusy Pustorino e Renato Imbriani con la sua immancabile mamma. Luigina Pinto, Lilly Ferrante, Silvio Basta, Argene Lucia Padalino, e tanti altri che in questo momento non mi sovvengono. Non vorrei fare torto a nessuno, certo. Molti miei alunni sono entrati a far parte del Gadd. Anche alcuni amici. Mi spiace per chi è uscito. Mi spiace per le polemiche inutili che spesso si sono accese. Credo, in ogni caso, che non abbiamo dato di noi tutti una bella immagine a chi legge e alla città. Condanniamo fermamente gli episodi di bullismo. Ma si può essere violenti anche con le parole. Ed è questo che va evitato sempre e comunque. Alcuni di noi hanno sbagliato a lasciarsi andare nei modi. Qualcuno ci ha denigrato, parlando male del Gadd. Il Gadd però ormai è una realtà di Foggia. Una realtà che ha sicuramente la vita non proprio facile. Che si agita tra immondizia da spazzare per le strade, a strisce blu, a cimitero in stato di perenne abbandono, ad atti di vero e proprio vandalismo, sintomo di una degenerazione dei costumi civili che non conosce eguali. Forse in questi ultimi tempi il Gadd si è un po’ seduto sulle sue denunce. Forse bisognerebbe ritornare a quello spirito culturale e di recupero della dimensione storica che ci ha connotati, accanto alla critica, nei primi tempi. Riscoprire gli Ipogei, tornare al Cimitero, rivisitare la Chiesa delle Croci, andare a Masseria Pantano, recarsi a San Lorenzo in Carmignano. Che bella città mi sembra un’ottima iniziativa. Come lo sono state tutte quelle legate anche alla cura del verde cittadino. Riscoprire per innamorarsi e prendersi cura. Questa la mission iniziale. Non perdiamola di vista!
Antonietta Pistone

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