Sanremo è sempre Sanremo

Anche Sanremo è finito, portandosi via San Valentino, e iniziando a spegnere le luci su Carnevale, di cui dovremo festeggiare ancora il martedì grasso, prima dell'inizio della quaresima. Una settimana magica per gli italiani, e la musica leggera. Da sempre Sanremo è una delle vetrine più agognate da tutti i cantanti, una base di lancio che, spesso, ha costituito il presupposto di favolose carriere musicali. Quella di Albano e Romina che, con il loro amore, hanno alimentato la speranza e l'idea di favola in tutti i romanticoni. Il loro ritorno sul palco dell'Ariston ha aperto alla grande il festival, illudendo molti sulla possibilità di un loro riavvicinamento, non solo in ambito artistico. Così, per tutto il pomeriggio di ieri, domenica, le immagini dei due hanno spopolato su tutte le reti. Persino i figli hanno occupato le loro pagine televisive, commentando la performance dei genitori. Sicuramente una scelta azzeccata, quella di lasciare ad Albano e Romina il palco dell'Ariston per la serata di apertura del festival.

Il conduttore Carlo Conti si è sempre mostrato all'altezza delle situazioni, aiutato dalla simpatia di Arisa, dalla classe di Emma, e dalla bellezza mozzafiato, ma composta di Rocìo. Personalmente avrei scelto altre donne italiane, ce ne sono di belle! La migliore figura l'ha fatta, anche quest'anno, una straniera, la spagnola, compagna di Raul Bova. Che dire?! Pare che sia ormai una scelta voluta, quella di far calcare il palco dell'Ariston da donne italiane non proprio bellissime, accostando loro la staccona straniera, bella, intelligente e disinibita. Come siamo bravi a farci male da soli!

Ma veniamo alle canzoni.
I vincitori hanno sbagliato indirizzo. Cercavano la Scala e sono finiti, per caso, all'Ariston. La loro è una musica popolare molto particolare. Va bene la scelta del nuovo, ma questo nuovo sa di antico e di classico. Avrei preferito di gran lunga Nek che, ritengo, abbia fatto uno dei suoi festival più belli, per il secondo posto ottenuto, e per i premi ricevuti dalla giuria. Bella la canzone di Irene Grandi. No comment per Malika Ayane, che ha dimenticato di passare dal dentista, prima di esibirsi in eurovisione. 

Gli abiti più belli sono stati per me quelli di Rocìo, che indossa benissimo, grazie alla sua linea slanciata.

Un festival all'insegna dei valori familiari e della ricerca scientifica. Abbiamo tutti apprezzato il collegamento con Samanta Cristoforetti dallo spazio.

Fuori luogo Conchita, che è un personaggio, ma ha poco da dire agli italiani. Molto più belli e umani Grazia De Michele e Mauro Coruzzi, che hanno presentato una canzone impegnativa che, non a caso, si è piazzata ultima al festival.

Sanremo premia la leggerezza dei temi, l'orecchio e la musicalità dei brani, che devono essere facilmente canticchiabili da tutti.

Un plauso va, comunque, a questa edizione del festival di Sanremo. Anche quest'anno riuscirà a farci cantare i motivi più popolari per i prossimi dodici mesi, fino a febbraio 2016.

Commenti

  1. Un plauso al festival di Sanremo, ma per tutto quello che lei ha denigrato. Malika Ayane divina, talmente brava da sembrare più che un'artista in gara un vero e proprio super ospite, nonostante l'apparecchio ortodontico, che mi scusi, ma abbiamo portato un po' tutti e ad un certo punto viene tolto (ha davvero deriso un apparecchio? no vero?) La canzone di De Michele Coruzzi, beh, niente di nuovo sotto al sole nel 2015, ma se la ritiene così impegnativa ed "umana" non capisco come non abbia apprezzato invece un'artista del calibro di Conchita Wurst che lo stesso messaggio non lo recita come una poesia, lo porta addosso con disinvoltura, cantando, tra l'altro, in maniera magistrale. La trovata di Albano e Romina è incommentabile, ma tanto saremo sempre quel paese da "bicchiere di vino con un panino", che premia la lirica ma poi non l'ascolta (i tre ragazzi hanno comunque delle qualità indiscusse) e sta lì a chiedersi se Albano e Romina torneranno insieme. E poi arriva Charlize Theron ad insegnarti l'eleganza e la grazia, perché l'Italia non può essere un Paese chiuso e dire che "all'Italia non ha niente da raccontare" a chiunque sia riferito, significa uccidere una nazione che per estensione è ridicola e rischia di sparire se non comincia ad entrare nell'era in cui molti Paesi sono già.

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